Fonte: ADAC test winter. Prova di frenata su asfalto bagnato da 80 km/h a 20 km/h
L’etichetta europea non è sempre un valido aiuto nell’acquisto dei pneumatici, dice l’ADAC, sulla base dei risultati ottenuti nel test di frenata su bagnato – uno dei tre parametri considerati dall’etichetta – nel corso dei suoi test comparativi sui pneumatici invernali. A quanto pare, infatti, se delle case premium ci si può fidare, i marchi meno noti dichiarano prestazioni migliori della realtà.
In particolare il club tedesco ha riscontrato significative differenze tra la classificazione dichiarata in etichetta in merito allo spazio di frenata da 80 km/h a 20 km/h e le misurazioni effettive.
Nel test condotto sulla misura 165/70 R14 T, infatti, il modello di Continental WinterContact TS 850 ha avuto bisogno di 36,3 metri, mentre il modello Mentor M200 è arrivato addirittura a 49,6 metri. Eppure entrambi, nell’etichetta, hanno dichiarato per la frenata su bagnato la classificazione “C”.
Analogo risultato nella misura 205/55 R16 H, dove il modello Alpin 5 di Michelin ha ottenuto la decelerazione da 80 a 20 km/h in 36,2 metri, mentre l’Avon Ice Touring ST ha avuto bisogno di 44,5. E anche in questo caso, stessa etichetta: “B”.
Il limite dell’etichetta europea è proprio quello che si tratta di una autocertificazione e che, ad oggi, non si svolgono molte verifiche sul mercato. Nel caso verificato dall’ADAC, i due pneumatici Mentor e Avon avrebbero dovuto dichiarare rispettivamente le classi di frenata su bagnato rispettivamente F ed E (D e G non esistono).
Affinché il valore delle etichette non venga completamente vanificato e con esso l’enorme sforzo fatto in questi anni dalle aziende serie per adeguarsi, è dunque evidente che ci sarebbe più che mai bisogno di verifiche da parte di enti terzi indipendenti. Con l’autorità naturalmente di avviare le azioni correttive conseguenti nei confronti delle aziende che dichiarano il falso.
Fonte: pneusnews.it